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Pietro Paolo Raggi
Eraclito e Democrito
Pietro Paolo Raggi
Tecnica: olio su tela
Dimensioni: cm. 109x140
Bibliografia: A. Orlando, Dipinti genovesi dal cinquecento al settecento, Torino, 2010 pp. 167-169; A. Orlando, Il lato oscuro del barocco genovese. Ultimi bagliori di caravaggismo da Fiasella a Guidobono in Barocco in chiaroscuro. Persistenza e rielaborazioni del caravaggismo nell'arte del Seicento. Roma, Napoli, Venezia (1630-1680) a cura di A. Cosma e V. Primarosa, Roma 2020, pp. 386-401, fig. 15.
Bibliografia di riferimento: F. Noris, Pitro Paolo Raggi, in I pittori Bergamaschi, il Settecento, III, Bergamo, 1990, pp.3-18; M: Newcome Schleier, Pietro Paolo Raggi's paintings inspired by Castiglione, in Melanges en hommage à Pierre Rosenberf, Parigi, 2001,pp. 356-362; R: Vitiello, Pietro Paolo Raggi, in Maestri Genovesi in Piemonte, a cura di P: Astrua, A:M: Bava e C:E: Spantigati, Torino 2004, n. 17, pp. 114-115; A. Orlando, Il caravaggismo genovese. Strozzi, Fiasella, Borzone, Assereto e altri, in Caravaggio e i Genovesi. committenti, collezionisti, pittori, Genova, 2019 pp. 210-263.
Come si legge in una qualificata documentazione sul dipinto, "le stesure, lo stile, le tipologie fisionomiche e le vene evidenti che si osservano sui volti e le mani, rivelano i caratteri tipici delle opere di Pietro Paolo Raggi". E così le figure "sconfornate dal colore di fondo, le sfumature cromatiche, l'ambientazione chiaro scurale" sono "aspetti a lui peculiari che ne evidenziano la formazione genovese avvenuta nell'alveolo del naturalismo di primo Seicento": E in modo particolare questo Eraclito e Democrito si inscrive appunto nel contesto del naturalismo di primo Seicento in modo particolare potendosi percepire l'influenza di Giovanni Battista Carlone, Orazio de Ferrari, Gioacchino Assereto" insieme a quella "preponderante di Giovan Battista Langetti". Le biografie riferiscono che il Raggi operò in modo signficativo a Genova provvedendo tra l'altro al grande dipinto del "San Bonaventura davanti al crocefisso, nella chiesa di SS: Annunziata del Vastato. Presente poi a Torino, Savona ma anche altrove scelse infine di stabilirsi a Bergamo dove morì nel 1724. Nella sua "storia de' pittori, scultori ed architetti liguri e de' forestieri che in Genova operarono CarloGiuseppe Ratti ricorda la complessa e tormentata personalità di un uomo inquieto".
Pietro Paolo Raggi
Tecnica: olio su tela
Dimensioni: cm. 109x140
Bibliografia: A. Orlando, Dipinti genovesi dal cinquecento al settecento, Torino, 2010 pp. 167-169; A. Orlando, Il lato oscuro del barocco genovese. Ultimi bagliori di caravaggismo da Fiasella a Guidobono in Barocco in chiaroscuro. Persistenza e rielaborazioni del caravaggismo nell'arte del Seicento. Roma, Napoli, Venezia (1630-1680) a cura di A. Cosma e V. Primarosa, Roma 2020, pp. 386-401, fig. 15.
Bibliografia di riferimento: F. Noris, Pitro Paolo Raggi, in I pittori Bergamaschi, il Settecento, III, Bergamo, 1990, pp.3-18; M: Newcome Schleier, Pietro Paolo Raggi's paintings inspired by Castiglione, in Melanges en hommage à Pierre Rosenberf, Parigi, 2001,pp. 356-362; R: Vitiello, Pietro Paolo Raggi, in Maestri Genovesi in Piemonte, a cura di P: Astrua, A:M: Bava e C:E: Spantigati, Torino 2004, n. 17, pp. 114-115; A. Orlando, Il caravaggismo genovese. Strozzi, Fiasella, Borzone, Assereto e altri, in Caravaggio e i Genovesi. committenti, collezionisti, pittori, Genova, 2019 pp. 210-263.
Come si legge in una qualificata documentazione sul dipinto, "le stesure, lo stile, le tipologie fisionomiche e le vene evidenti che si osservano sui volti e le mani, rivelano i caratteri tipici delle opere di Pietro Paolo Raggi". E così le figure "sconfornate dal colore di fondo, le sfumature cromatiche, l'ambientazione chiaro scurale" sono "aspetti a lui peculiari che ne evidenziano la formazione genovese avvenuta nell'alveolo del naturalismo di primo Seicento": E in modo particolare questo Eraclito e Democrito si inscrive appunto nel contesto del naturalismo di primo Seicento in modo particolare potendosi percepire l'influenza di Giovanni Battista Carlone, Orazio de Ferrari, Gioacchino Assereto" insieme a quella "preponderante di Giovan Battista Langetti". Le biografie riferiscono che il Raggi operò in modo signficativo a Genova provvedendo tra l'altro al grande dipinto del "San Bonaventura davanti al crocefisso, nella chiesa di SS: Annunziata del Vastato. Presente poi a Torino, Savona ma anche altrove scelse infine di stabilirsi a Bergamo dove morì nel 1724. Nella sua "storia de' pittori, scultori ed architetti liguri e de' forestieri che in Genova operarono CarloGiuseppe Ratti ricorda la complessa e tormentata personalità di un uomo inquieto".