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Ritratto di gentildonna in veste di Cleopatra
Quadro
tecnica: olio su tela
Dimensioni: 120 x 94 cm
Expertise: Camillo Manzitti
Con la sua expertise Camillo Manzitti avverte che il dipinto raffigurante un Ritratto di gentildonna in veste di Cleopatra è opera assai tipica del pittore genovese Gio. Enrico Vaymer (Genova 1665-1730 c.), precisando "come la postura della gentildonna effigiata, nella raffigurazione di tre quarti e nell'atteggiarsi della spalla e delle mani, richiami a moduli compositivi ormai codificati nell'arte ritrattistica del Vaymer che ricorrono in numerose sue tele". Nel corso della seconda metà del Seicento si era molto affermata "la moda delle giovani dame di farsi ritrarre nelle vesti della grande regina egiziana",  essendo dominante l'immagine dell'atto estremo del suicidio con l'aspide che le inietta il veleno, mentre in questo dipinto si rappresenta Cleopatra "con la perla in una mano e il calice nell'altra" evocando il "racconto secondo cui la regina egiziana avendo invitata ad un banchetto il triunviro romano Marco Antonio, di fronte alla sua meraviglia per lo splendore degli arredi, mostrò la propria indifferenza di fronte alla ricchezza, cavando da un suo orecchino una perla di inestimabile valore e sciogliendola nel vino che poi bevve. Attraverso questa identificazione, il ritratto coniugava la bellezza fisica con quella morale di disprezzo per le effimere ricchezze terrene". E ancora Manzitti segnala l'interessante invenzione "di apporre un pittoresco turbante orientaleggiante sul capo della dama".